lunedì, ottobre 03, 2011

45506



Recentemente Piazza Navona, la fontana di Trevi e il Colosseo. Pochi anni fa l'acqua colorata di rosso sempre nella fontana di Trevi. Per andare più indietro nel tempo, nel 1972 non ero ancora nato ma so che fece molto scalpore l'atto vandalico nei confronti della Pietà di Michelangelo, se è vero che si decise che, dopo il restauro, quella incredibile meraviglia sarebbe stata imprigionata dietro un vetro infrangibile.
Tutti indignati, gli italiani. Credo con poche eccezioni.
Per non parlare poi delle manifestazioni "popolari" in cui sappiamo dare il meglio e il peggio di noi contemporaneamente. Ma quando si da il peggio in gruppo si tende facilmente ad autoassolversi. Parlo dei festeggiamenti in occasione dei mondiali 2006, sì, quelli che "abbiamo" vinto battendo la Francia in finale. Ah già, che c'azzecca con l'arte? si dirà.
Bene, all'epoca ero ancora studente di Storia e Conservazione dei Beni Culturali, iniziavo a muovermi per la tesi, avevo entusiasmo, ci stavo dentro insomma. E quando vidi uno striscione rivolto ai cugini francesi con la scritta "ADESSO RIDATECI LA GIOCONDA" m'imbufalii assai pensando che al solito avevamo perso un occasione per star zitti e, contemporaneamente, ne avevamo presa al volo una per fare una bella figura di merda in mondovisione.
Italianissimi.
Tanto da non sapere che la Gioconda è una delle poche opere italiane delle quali proprio non si può discutere la collocazione, dato che, in Francia, la portò con sé il suo autore, tal Leonardo da Vinci, quando vi si trasferì (proto-fuga dei cervelli?). Napoleone, con le sue spoliazioni, non c'entra un beneamato. E poi, vista la condizione dei Beni Culturali nel nostro amato (da chi?) Paese, ne passassero altri cento, di Napoleoni. Lui, quelle opere, le ha esposte, o conservate, al Louvre, mica pizza e fichi. Da noi chissà dove sarebbero oggi, magari ad ammuffire in qualche soffitta di qualche chiesa di campagna semicrollata. Tra l'altro, parlare solo di "furto" da parte di Napoleone (e di chi ne faceva le veci in campo artistico, ovvero il barone Dominique Vivant Denon) è quantomeno un po' fazioso ma non è il caso di aprire l'argomento ché ci vorrebbe mezzo blog. Bisogna poi ricordarsi che più della metà delle opere spoliate sono tornate in patria grazie ad Antonio Canova (ché di queste cose allora se ne occupava lui, mica Bondi).
Italianissimi e indignatissimi.
Poi negli ultimi anni i restauri calano del 50%, nel 2011 vengono tagliati 2,4 miliardi di euro al Ministero dei Beni Culturali e si preannuncia un altro taglio di 2 miliardi (http://www.fondoambiente.it/Attivita-FAI/marco-magnifico-al-programma-caterpillar.asp). I muri di Pompei crollano e anche un sacco di altri luoghi sconosciuti ai più non si sentono tanto bene (http://www.iluoghidelcuore.it).
E l'indignazione s'è persa per strada.
Quando i vandali sono solo dei cretini, dei mezzi folli o degli pseudo artisti (?!?), citando Marco Paolini, l'indignazione arriva come l'orgasmo: dura un attimo e poi viene sonno. Chi ci salverà, invece, dai vandali e dai ladri in giacca, cravatta e colletto bianco? Dai vandali dal vandalismo inesorabile come una tortura cinese? Quelli che si vantano che il turismo quest'anno è andato benissimo ma non dicono che la Germania ha avuto più turismo culturale di noi? Che Dio solo sa quanta moneta sonante avremmo potuto e potremmo far tintinnare tutelando un po' di più il territorio, la nostra più grande, magnifica, insostituibile, meravigliosa ricchezza quotidianamente stuprata. Un po' ci pensa il FAI, Fondo Ambiente Italiano, un po' (per un po') possiamo pensarci noi, mandando un sms del costo di 2 euro al 45506.
D'altronde è roba nostra, italiani, sono i gioielli di famiglia: teniamoli bene.

giovedì, settembre 22, 2011

BENEDETTO XVI: "LA RELIGIONE E' TRA I FONDAMENTI DELLA CONVIVENZA CIVILE"

Infatti. In nome della religione non s'è mai ammazzato nessuno.

mercoledì, agosto 03, 2011

Segnalibro


Da molto non tornavo su queste pagine, come si può vedere.
Forse ho poco da dire. O forse, più probabilmente, sono irrimediabilmente PIGRO.
Fatto sta che sento il bisogno di fare il punto della situazione.
Si fa presto: tutto è come sempre. Con un po' di stanchezza in più.
Il mio senso della distanza dalle cose del mondo si acutizza col passare degli anni. Invecchiando si dovrebbe essere più realisti, badare di più all'utile.
Ma non posso farci nulla se ciò che è utile per me, sono cose che gli altri di solito, quando sono magnanimi, ritengono strane.
Vabbè. Sembrano fisime da adolescente, ma tant'è.
Poi: leggo sempre più fumetti.
Apparte i bonelliani Tex (come poteva mancare?) Julia, Dampyr, tra le serie aperte, e attualmente Cassidy e Lilith (grande serie, ma farla uscire una volta ogni 6 mesi mi pare esagerato...) tra quelle a numero chiuso ho iniziato da un po' a frequentare una casa editrice famosa soprattutto per i manga, ma davvero interessante anche per quanto riguarda le pubblicazioni nostrane, la STAR COMICS: Dr. Morgue, San Michele - i sigilli della folgore, N.O.X., The secret.
E poi l'unico e inimitabile Rat-Man.
Serie lette in passato:

Bonelli:
- Demian (voto 8,5)
- Caravan (9)
- Brad Barron (6-)
- Volto Nascosto (7,5)
- Jan Dix (8)
- Greystorm (8)

Romanzi a fumetti (sempre Bonelli):
- Stria (9)
- Gli occhi e il buio (9)
- Dragonero (5)
- Sighma (7)
- Mohican (6,5)

One Shot (ancora Bonelli):
- Il legionario (8)

Star comics:
- Pinkerton S.A. (7,5)
- Valter Buio (8)

Eura Editoriale:
- Detective Dante (9)

Continua...

lunedì, ottobre 13, 2008

Titoli del tg5

Scontro tra due tram in centro a Milano.
Le ipotesi: guasto o errore umano.

E io che pensavo fossero stati gli alieni...

venerdì, settembre 19, 2008

The great gig in the sky


Cinque giorni fa se ne è andato il Pink Floyd più schivo e, forse, sottovalutato: Richard Wright. Ascoltando all'infinito la musica di questa gente sono cresciuto, ho, diciamo così, imparato a suonare qualcosa che non fosse scolastico. Ho imparato (se si può imparare) ad amare la musica che oggi è scolpita nel mio dna, marchiata a fuoco sulla mia pelle, sciolta nel mio sangue. I Pink Floyd mi hanno spalancato le porte del rock e, da lì, ho camminato dentro le sue variegate stanze. Adoro ancora i Pink Floyd, come allora. E, alla notizia della sua dipartita, ho sentito mancare per un po' una piccola parte di ciò che sono. Poi, oggi, li ho riascoltati e ho rivisto il video che ho messo qua sopra. Quella parte di me ancora c'è, è viva e lotta con me. E Wright, forse il Floyd che amo di più per il suo atteggiamento, appunto, schivo, quasi volesse farsi sommergere dalle sue tastiere per non farsi vedere, c'è. E' lì. Nei dischi. In quel muro sonoro su cui Gilmour verniciava come graffiti i suoi assoli, poderosi anche con tre note. Nel suo organo e nel suo piano sempre in bilico tra jazz, sgangheratezza, psichedelia e perfezione. Il suono dei Pink Floyd è, in grandissima parte, il suono di Wright. L'ho sempre detto. Provare a immaginare Echoes senza la sua voce, Dark side of the moon e Wish you were here senza le sue tastiere è impossibile.
Un saluto.

...e di nuovo l'autunno

Mi ricordo
l'odore dei girasoli
sul finire dell'estate
e la luce che sbiancava
e virava a settembre.
Mi ricordo le voci del pensiero
sottomesse al suo arrivo
come l'acqua alla forma dell'intorno.
E viene un vento
un bacio
come un respiro d'infinito.
Mi ricordo di foglie non più verdi
e del loro ritorno
a baciare la terra.
Come una stella
dal cielo
alla sua pelle
alle mie labbra.
E le sue labbra
socchiuse
morbide di rosso.
Nel ventre
le sabbie dei deserti
oasi
piogge
nevi
e altipiani d'oriente.
Dalle mie colline infinite
all'oceano del tutto
un volo
un passo
un bacio ancora
mi ricordo.

L'ETERNO E IL MUTEVOLE

E fissare il mare
come si fissa la malinconia
come si fissa una donna nuda
come si parla con parole mute e sottili
all'amore con l'amore
fissare l'orizzonte dove la frontiera
è un battito di ciglia
come si fissa il passato
e il volo del gabbiano
che dal passato torna
a sprezzare le mie vele immaginarie
e le onde
fissare la memoria
come si fissa un amore
che per mille anni ha donato le sue rose
e il suo corpo risplende di luce di luna
come le colline di questi luoghi d'infinito
che generazioni di uomini hanno plasmato
ad uso di figli benedetti dal lavoro
anime contadine, falchi, fagiani e storni
vento sibillino, freddo di neve
e di preghiere millenarie per gettare via l'inverno
e poi la primavera e l'amore finito
e l'amore ritrovato
la musica
la spiaggia vuota dove saranno approdati
popoli migranti
dove si saranno fermati
popoli di amanti
tutti a succhiare vita
e i miei occhi sempre troppo lucidi
ma che sanno guardare
si sanno dissetare
si sanno innamorare
sanno quando schiudersi

sabato, agosto 09, 2008